Perché si Mangiano i Datteri a Natale?

Una storia antica


Chiesa del Kathisma

Mi sono sempre domandata perché in Italia si mangiassero i datteri a Natale. Ricordo da piccola che arrivavano in casa, regalati o comprati da mia madre, in queste confezioni oblunghe e appiccicose, con la tipica forchettina bianca. Si mangiavano così, da soli, a fine pasto, tra pandoro, torrone e frutta secca, oppure, 'gli alternativi', li preparavano per antipasto con un pezzetto di gorgonzola al centro.
Pensavo che questa tradizione del dattero a Natale fosse legata a qualcosa di esotico e basta, come ad evidenziare che per le tavole delle feste ci si dedicava anche alle primizie, o al cibo che arrivava da paesi lontani, esotici… poi invece ho scoperto che...
Sulla strada che porta da Gerusalemme a Betlemme, si trova la pianta di una chiesa a forma ottagonale con al centro una grande pietra sporgente. Si tratta della chiesa del Kathisma, ovvero del Riposo di Maria.

All’interno della chiesa sono stati rinvenuti diversi mosaici. Tra questi uno è quello che cattura l’attenzione per bellezza ed importanza: il mosaico della palma. La vicenda è narrata dal vangelo apocrifo di Matteo. Durante la fuga in Egitto, Maria chiese di riposarsi all’ombra di una palma, desiderando di mangiarne i frutti. Giuseppe rispose nello sconforto di non poterli raggiungere, vista l’altezza dell’albero. Intervenne il bambino Gesù che disse alla palma di abbassare i suoi rami e dare la possibilità alla Santa Madre di nutrirsi.
La stessa palma la ritroviamo nel Corano, nella Sura 19, quando viene narrata la nascita di Gesù.

Maria fu chiamata da sotto: “Non ti affliggere, ché certo il tuo Signore ha posto un ruscello ai tuoi piedi; scuoti il tronco della palma: lascerà cadere su di te datteri freschi e maturi”.

I datteri caddero e Maria si rifocillò.
Nel luogo zampillò anche una sorgente dove Maria lavò il Bambino Gesù.

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