Talli e Tombolo
Solo una coincidenza?
Una notizia di qualche tempo fa mi ha dato il LA per scrivere questo articolo che avevo in cantiere da un bel pò…
A Mirabella Imbaccari, in provincia di Catania, è stato commissionato un murales ad un’artista polacca, Nespoon, celebre in tutto il mondo per le sue opere capaci di rivisitare in chiave contemporanea tipiche lavorazioni artigianali. Su un palazzo nella cittadina siciliana ha realizzato un enorme lavoro in facciata che riproduce il tipico merletto a tombolo che le donne del paese realizzano da secoli, tramandando la tradizione di madre in figlia.
Il tombolo è il nome di una tecnica di un particolare tipo di merletto a fuselli. Può essere sostenuto da un apposito telaio o anche essere appoggiato su un cestello o qualsiasi altra cosa che lo tenga fermo all’altezza delle mani.
E il merletto ottenuto con questa lavorazione si chiama anch’esso tombolo. Il pizzo viene realizzato con filo di cotone, lino, seta, lana o fibre sintetiche; è chiamato tombolo anche il cuscino di forma cilindrica su cui si poggia la lavorazione.
Conosciuto fin dal XV secolo, ancora oggi è considerata una delle più belle e complesse tecniche di lavorazione dei tessuti al mondo.
Diffuso anche in Slovenia, Croazia ed Estonia, ma è in Italia che nasce ed arriva ad una maggiore diffusione, dal Nord al sud del paese (Burano, Cogne, Gorizia, Predoi, Portofino, Cantú, L'Aquila, Isernia, Mirabella, Offidia, Pescocostanto, Pozzuoli, Scanno, Rapallo, Pitelli, Tavenna…), e dall’Italia poi verso l’Impero Asburgico e Vienna…
Il luogo di origine non è del tutto chiaro, anche se si tende a far risalire la storia di questa tipologia di pizzo al Molise. Si dice che siano state le suore spagnole del monastero benedettino di Santa Maria delle Monache a diffondere questa splendida arte tra le loro educande, questo il motivo per il quale inizialmente questa tecnica veniva utilizzata per realizzare paramenti per altari o per abiti sacri.
Ben ventisette comuni italiani hanno sottoscritto un protocollo d’intesa per sostenere la candidatura del merletto italiano a Patrimonio immateriale dell’Umanità dell’Unesco.
Il termine Tombolo potrebbe derivare dal latino Tumulus, piccola altura, collinetta dovuta ad una tomba a fossa o a catacomba, e chiaramente richiama la forma del cuscino su cui si poggiano le mani dell’artigiana che realizza il merletto.
E ora vi racconto del Talli, conosciuto anche come Alseen; è una pratica artigianale tipica degli Emirati Arabi Uniti, inscritta all’interno della Lista del Patrimonio Intangibile dell’Unesco (dal 2022). Dal punto di vista etimologico la parola Talli viene dal turco e significa filo lucente, brillante; viene infatti solitamente creato con una combinazione di sei fili di cotone separati da un filo d'argento al centro. Questi vengono sapientemente intrecciati in forme colorate con significati simbolici legati alla vita nel deserto e del mare, per realizzare una passamaneria che poi si cuce sui bordi delle vesti delle donne; vesti usate soprattutto per i matrimoni o per importanti feste religiose.
Il cuscino, chiamato mousadah, viene utilizzato come supporto su cui creare l'intreccio. A seconda della complessità del modello, una donna che lavora su un singolo pezzo di Talli utilizzerà tra gli otto e i 50 dahary (bobine) per contenere il numero equivalente di fili con cui sta lavorando. Ogni cuscino è attaccato a un supporto di metallo chiamato kajoujah ed è posizionato davanti all'artigiana.
Per le trecce del Talli tradizionalmente si utilizzavano vero filo d'argento o d'oro per creare il fulcro di questi intricati motivi, ed erano combinati con fili di puro cotone di diversi colori che correvano lungo i bordi del pezzo. Oggi il vero argento e oro sono stati sostituiti da versioni sintetiche. Oltre all'argento, i colori più popolari per i Talli degli Emirati sono il nero, il verde, il rosso e il bianco.
Un mestiere che richiede molto tempo quello del Talli, che viene trasmesso in modo informale dalle madri alle figlie, nonché formalmente attraverso corsi e workshop tenuti in scuole, università e centri di valorizzazione del patrimonio.
La pratica viene promossa anche in occasione di eventi culturali, festival e concorsi.
L'incontro di donne nelle case e nei quartieri residenziali per intrecciare Talli ha un ruolo importante, poiché offre un'opportunità di interazione sociale e di scambio di conoscenze sulla pratica stessa.
Questi incontri sono anche dei forum culturali per condividere racconti popolari, proverbi e altre forme verbali del patrimonio culturale immateriale del paese.
E veniamo alla fine di questo articolo…
Non sono la sola a vedere una forte analogia tra queste due tecniche. Ogni volta che mi sono trovata, nei musei di Al Shindagha soprattutto, davanti al cuscino del Talli, la reazione dei miei clienti è sempre stata la stessa… ‘ma è uguale al tombolo!’ .
Tutti, italiani del nord o del sud, hanno riconosciuto nel Talli la forma del Tombolo, e nelle decorazioni a fili dorati realizzate per ornare le vesti delle donne beduine, il famoso merletto italiano.
Io proprio non so come sia possibile che queste due tradizioni siano così simili, ho provato a fare delle ricerche ma non ne sono venuta a capo, se qualcuno ha idea vi prego di farmi sapere e di scrivermi!
… mi piace immaginare una donna, una viaggiatrice, un’esploratrice, forse travestita da uomo… imbarcata insieme ai mercanti nel ‘600, partendo da Venezia verso l’Asia, percorrendo la Via della Seta… con il suo tombolo e i suoi fili di cotone nascosti nel baule… insegnare alle donne beduine questa tecnica… mi piace immaginare… ma non ho idea di come spiegare questa bellissima similitudine!